A Sappada / Plodn si parla una lingua bavaro-tirolese (plodarisch), che da tempo attrae l’attenzione di linguisti e dialettologi di fama internazionale. Per le sue particolari caratteristiche la lingua sappadina è spesso oggetto di studi, ricerche, convegni, tesi di laurea ed è anche stata riscoperta nelle aule scolastiche. Affinità dialettali si trovano nelle due vicine isole di idioma tedesco Sauris e Timau.
La cultura sappadina è ricca di festività sacre e profane che scandiscono i momenti dell’anno, in relazione al susseguirsi delle stagioni e alle feste della religione cristiana: a tali momenti sono legate tradizioni ancora oggi importanti nella vita della comunità sappadina, dal Capodanno al Carnevale, dalla Pasqua alle processioni primaverili ed estive, compreso il pellegrinaggio a piedi a Maria Luggau in Austria, alle feste dei santi e patroni fino al periodo natalizio, con l'arrivo di San Nicolò e del Natale.
La caratteristica principale dell’abitato di Sappada / Plodn è la sua suddivisione in 15 nuclei o borgate (in sappadino heivilan), disposte sul versante soleggiato della valle. Ogni borgata corrisponde presumibilmente ai masi o nuclei abitativi originari, che si susseguono a breve distanza l’una dall’altra. Nonostante il passare del tempo esse hanno conservato in larga misura il proprio aspetto originario. Il complesso architettonico sappadino è generalmente formato da due edifici: la casa vera e propria (haus) e la stalla (schtòl) con il fienile (dille). Rustica e semplice, ma ampia e funzionale era ogni casa del borgo, costruita quasi interamente di legno secondo il sistema “Blockbau”, caratterizzato da travi sovrapposte in orizzontale, incastrate agli spigoli e poggianti su zoccolo in pietra. Questa tipica architettura si è conservata soprattutto nella parte alta del paese, la cosiddetta “Sappada Antica”, e nella borgata di Cima Sappada. Altri elementi caratteristici delle borgate sono le cappelle (maindl), i crocifissi (kraize) e le fontane (trok).
Narra la leggenda che i primi abitanti della valle di Sappada fossero profughi fuggiti dal villaggio austriaco di Villgraten, a nord di Sillian, per sottrarsi alle prepotenze dei dominatori locali oppure che si trattasse di coloni, attratti dai giacimenti minerari di cui un tempo la valle era ricca.
Pare che questi primi “sappadini”, dopo essersi assicurati il possesso della vallata, si mettessero a disboscare e a dissodare il terreno. Secondo recenti teorie il toponimo Sappada deriverebbe da Zepodn, nome locale di Cima Sappada, che potrebbe essere stato il più antico insediamento della vallata.
Il toponimo dialettale Plodn avrebbe invece origine dal nome latino del fiume Piave da cui Longa Plavis, la valle del Piave.
Il primo documento storico data 1295 ma all’epoca l’abitato aveva già almeno due o tre secoli di storia.

Alla scoperta delle Borgate di Sappada - aUDIO GUIDE
Una delle tradizioni più amate dai sappadini è il Carnevale (Vosenòcht), occasione di gioco, divertimento e trasgressione ma anche momento fondamentale in cui rivivono le tradizioni locali e la cultura popolare.
Protagonisti assoluti sono le maschere (letter). Per camuffarsi completamente e non farsi riconoscere dai compaesani vengono usate maschere intagliate nel legno (lòrvn), tramandate spesso di generazione in generazione.
Il folclore sappadino si esprime in particolare attraverso le musiche e le danze del gruppo Holzhockar (I taglialegna): si tratta di un gruppo folcloristico composto da una trentina di elementi, fra ballerini e musicisti, che nelle sue esibizioni si ispira alla vita e alle tradizioni di un tempo. Con l’allegria delle musiche e dei balli, gli Holzhockar animano le feste e le sagre del paese.